mercoledì 3 ottobre 2012

San Lorenzo fra realtà ed ipocrisia...UN PUNTO DI VISTA!


Ultimamente si è riaperta la polemica su San Lorenzo e sulle situazioni di disagio che persistono nel nostro quartiere. La maggior parte di noi, pur non essendo nati qui, abita e vive in questo quartiere e dopo un bel pò di anni, si sente far parte, nel bene o nel male, della storia legata a  queste strade. Ovviamente il nostro parere è superfluo in confronto a chi, in queste strade, ci è nato, ci è cresciuto e continua a viverci, magari cercando anche di agire politicamente per arricchire il territorio di iniziative sociali e culturali. Pur essendo molto distanti politicamente dalle realtà politiche presenti oggi a via dei Volsci, rispettiamo individualmente tutti coloro che ancora oggi continuano a fare politica. Si puo' essere amici nella vita anche con chi prende scelte politiche diverse dalle tue(ovviamente non oltre i "paletti" dell'antifascismo).La storia di San Lorenzo e di via dei Volsci in particolare, è così importante e significativa per tutte quelle esperienze di lotta nate dagli anni sessanta ed arrivate fino agli anni ottanta. A via dei Volsci c'era il cuore dell'Autonomia Operaia romana e di conseguenza punto di riferimento per gli autonomi di tutta Italia ed anche oltre. Un patrimonio troppo importante per cancellarsi nelle contraddizioni dei tempi, nel cambiamento dei rapporti sociali e del conflitto politico. Nonostante si tratta di una esperienza chiusa e finita da tempo, il valore di quegli anni non si può buttare nel dimenticatoio, facendo finta di niente. Nelle dicerie metropolitane, sin da quegli anni però, San Lorenzo è stata sempre considerata la "borgata dei coatti e degli autonomi" proprio perchè il tessuto sociale di riferimento è quello del proletariato e del sottoproletariato urbano, quello politico e quello impolitico. Si tratta di dinamiche "di strada", ossia di quei comportamenti difficilmente decifrabili e comprensibili da chi è abituato a rapportarsi solo con i mezzi della società informatica e virtuale. Ci sono dei fenomeni che sono facilmente giudicabili ad occhio nudo ma fortemente incomprensibili nella loro profonda essenza. Problematiche, contraddizioni, situazioni di disagio diffuso che spesso rompono la tranquillità di una comunità, avvelenando lentamente ma costantemente la vita sociale di una borgata o di un quartiere periferico. Fenomeni che fra l'altro ormai avvengono ovunque perchè è l'intera società che oltre ad essere naturalmente imperfetta, sta diventando sempre più malata e disagiata. E' il frutto acerbo del potere, del capitalismo, delle logiche ingiuste e liberticida su cui si basa la società di ieri e di oggi. Per evitare di allungare il discorso facendolo diventare l'ennesima "pippa politica" chiudiamo qui la nostra idea sulle contraddizioni e sulle problematiche che caratterizzano la vita di strada. Non si tratta di giustificare o di contribuire a far esistere certi atteggiamenti ma solo di provare a dare una spiegazione, una delle tante, che non vuole assolutamente ergersi a verità assoluta. In questi giorni la cosa che ci ha dato più fastidio è stata la valanga di parole a sproposito che sono state dette anche e soprattutto da persone totalmente esterne a San Lorenzo. Questo non vuol dire che nessuno è libero di parlare e di fare le proprie considerazioni ma ci è sembrato molto fuori luogo mettersi a giudicare senza un minimo di conoscenza reale della situazione odierna. E' anche vero che gli spunti per la critica vengono purtroppo offerti su un piatto d'argento ma è altrettanto vero che è troppo facile criticare senza un minimo di costruttività. Molto  spesso si attacca e si giudica San Lorenzo giusto "per sentito dire", destabilizzando così tutti coloro che quotidianamente cercano di offrire alternative socio-culturali alla situazione di disagio che c'è ormai da tempo.C'è addirittura chi parla ancora dei "boys" che hanno chiuso la loro sede più di 6 anni orsono proprio mentre molti compagni si sono avvicinati ai gruppi ultras della curva. Vogliono creare a tutti i costi una sorta di ansia e paura sociale... Si, perchè il disagio c'è e si sente e soprattutto nessuno di noi fa finta che non esista. A volte ci viene anche da pensare maliziosamente che esiste una vera strategia, studiata a tavolino, che si è posta l'obiettivo di criminalizzare e demonizzare San Lorenzo magari a favore di altri quartieri più appetibili economicamente e facilmente penetrabili con le logiche di profitto. E' come se al momento San Lorenzo avesse terminato le carte da giocarsi, come se si volesse svuotare di vitalità questo quartiere favorendo l'ascesa, soprattutto da un punto di vista di mercato, di zone fino a poco tempo fa considerate "degradate" come il Pigneto, ad esempio. Invece di cercare di far interagire questi due quartieri così vicini geograficamente e non solo, si preferisce impoverirne uno per arricchire l'altro. Forse questa è solo una cattiva impressione che non ha nulla a che fare con la realtà ma di questi tempi può davvero succedere di tutto. Le amministrazioni locali si preoccupano, come da copione, solo degli aspetti economici che possono favorire i loro interessi dimenticandosi dei cittadini e dei bisogni sociali, culturali e ricreativi di cui tutte e tutti avremmo bisogno. Se queste cose passano in secondo piano a vantaggio di critiche sterili e ripetitive che si concentrano solo sugli avvenimenti di facciata, ci sarà un valido motivo che giustificherà la repressione dei  nostri governanti...senza dimenticarci dei loro mass media che puntualmente utilizzano per affilare le armi. Non crediamo che la polizia possa risolvere i problemi, anzi...Quando purtroppo scoppia qualche rissa a San Lorenzo si parla essenzialmente di atti di razzismo quando invece chi conosce bene la situazione sa che certe cose avvengono al di là del colore della pelle. Brutte scene che non vogliamo giustificare ovviamente ma per giustizia bisogna anche dire la cruda verità, meno strumentale agli attacchi mediatici. Per cambiare le cose bisogna mettersi in gioco senza presunzioni e senza la puzza sotto il naso. Qui nessuno è perfetto e nessuno cerca di giustificare niente, si tratta solo di provare a spiegare...La critica distruttiva è solo pura ipocrisia che non fa altro che aumentare quel solco che si è creato fra militanti e soggetti non politicizzati, favorendo la nascita e la crescita di situazioni destroidi, proprio come è già avvenuto altrove. Queste non sono assolutamente sciocchezze!Bisogna accettare il fatto che nessuno detiene la verità, che nei territori problematici è difficile intervenire ma non impossibile. C'è davvero la volontà collettiva di farlo?
Iniziare a proporsi costruttivamente e sostenere chi ci prova(magari anche sbagliando),può essere l'inizio...!!!

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