Il 15 ed il 16 giugno via dei volsci diventerà isola pedonale, spazio liberato alla creatività delle controculture per riannodare i fili di un discorso antagonista e partecipativo, lontano anni luce dalle logiche speculative della logica del profitto.
No tav ed ultras, lotte in difesa del territorio, ribellismo, antirazzismo e conflitto sociale saranno le parole chiave di questa due giorni dedicata a tutti i ribelli scomparsi che hanno animato queste strade.
Ed è proprio la strada il fulcro fondamentale di un discorso che vuole ripartire dai territori per diffondere contropotere ed aggregazione, controinformazione e socialità.
In una società sempre più mercificata, contornata da un apparato mediatico che crea i suoi nemici, vogliamo rompere il velo dell'apatia, del disinteresse e dell'appiattimento culturale per sperimentare nuove forme di vivibilità e di politica dal basso.
Daremo voce a chi di solito viene accuratamente attaccato e mistificato dalla morale dominante, ai ribelli che resistono in val di susa, ai ragazzi delle curve che si scontrano con il potere costuito pagando il caro prezzo di una presa di coscienza.
Bisogna capire questi fenomeni ed arricchirli di conflitto, allargare il campo d'azione e mescolarci, condividere saperi e pratiche di resistenza, nelle strade, nelle piazze, nelle curve.
Questi momenti servono per arricchirci, per agire nelle contraddizioni, per allargare il confronto, uscire dal ghetto e rompere le gabbie che mettono nelle nostre esistenze.
No tav ed ultras, lotte in difesa del territorio, ribellismo, antirazzismo e conflitto sociale saranno le parole chiave di questa due giorni dedicata a tutti i ribelli scomparsi che hanno animato queste strade.
Ed è proprio la strada il fulcro fondamentale di un discorso che vuole ripartire dai territori per diffondere contropotere ed aggregazione, controinformazione e socialità.
In una società sempre più mercificata, contornata da un apparato mediatico che crea i suoi nemici, vogliamo rompere il velo dell'apatia, del disinteresse e dell'appiattimento culturale per sperimentare nuove forme di vivibilità e di politica dal basso.
Daremo voce a chi di solito viene accuratamente attaccato e mistificato dalla morale dominante, ai ribelli che resistono in val di susa, ai ragazzi delle curve che si scontrano con il potere costuito pagando il caro prezzo di una presa di coscienza.
Bisogna capire questi fenomeni ed arricchirli di conflitto, allargare il campo d'azione e mescolarci, condividere saperi e pratiche di resistenza, nelle strade, nelle piazze, nelle curve.
Questi momenti servono per arricchirci, per agire nelle contraddizioni, per allargare il confronto, uscire dal ghetto e rompere le gabbie che mettono nelle nostre esistenze.
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