Spazio Libero e Ribelle di Controinformazione, Antagonismo sociale ed Antifascismo
sabato 30 aprile 2011
in memoria dei "5 ANARCHICI DEL SUD"
Il 26 settembre 1970 cinque anarchici tra i 18 e i 26 anni di età muoiono in un tremendo incidente stradale alle porte di Roma.
Volevano manifestare contro la visita del presidente americano Nixon nella capitale, si scrisse; andavano a consegnare un dossier di controinformazione, dissero altri.
Sulla vicenda dei cinque ragazzi si aprirono numerose polemiche: “agitatori capelloni” per alcuni, “compagni” morti per difendere la verità per altri. In città e negli ambienti anarchici iniziarono a rincorrersi le voci: troppi elementi fuori posto, la dinamica dell’incidente mai esattamente ricostruita, strane coincidenze mai chiarite.
Sono anni travagliati: i ragazzi muoiono in un’Italia che, appena nove mesi prima, ha conosciuto l’orrore di piazza Fontana, dopo un’intensa stagione di scontri sociali; muoiono in un paese confuso, mentre il “mostro” Valpreda è ancora in carcere e in altre stanze pare si stia preparando- di lì a due mesi- un colpo di stato.
Dopo breve tempo, però, sui cinque giovani cala il silenzio. E la storia di Giovanni Aricò, di sua moglie Annelise Borth, in attesa di un bimbo, dell’anarchico pittore Angelo Casile, di Francesco Scordo e di Luigi Lo Celso rimane un ricordo privato delle famiglie.
Nel 1993 il pentito Giacomo Ubaldo Lauro, nel corso dell’inchiesta Olimpia, torna a parlare di quella vecchia storia dimenticata. Racconta di come quella morte, in realtà, possa avere una spiegazione, parla di conversazioni a proposito dei presunti mandanti; voci, appunto, non sufficienti, però,a riaprire il caso.
Questo lavoro è, in primo luogo, una ricostruzione delle vite brevissime di cinque ragazzi. Vite di giovani in viaggio, ragazzi che dal sud del Paesesi spingono alla ricerca di nuove strade, impegnati e forse visionari, segnati dalla passione politica e dalla consapevolezza di potere e dovere agire.
Ma le loro vicende personali, soprattutto negli ultimi tre anni della loro vita, si intrecciano non solo con gli eventi storici del Paese, maparticolarmente con quel profondo cambiamento sociale e culturale in atto in Italia tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, che vide protagonista un’intera generazione di giovani, dall’una e dall’altra parte dello schieramento politico, dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Di conseguenzapercorrerò alcuni aspetti della storia dei ragazzi scorrendo, attraverso la loro vicenda, avvenimenti di più larga portata dei quali furono partecipi, testimoni, talvolta protagonisti. L’obiettivo è quello di utilizzare la loro esperienza culturale e di vita come filtro per osservare questi eventi.
Vediamo sommariamente il filo rosso che unisce queste pagine.
Descriverò innanzitutto l’ambiente dove i ragazzi nascono e dove vivono le prime esperienze: Reggio Calabria, una città che tra la guerra e il boom economico rimane una estrema periferia completamente abbandonata, e cheperò, proprio a causa di queste condizioni disagiate, si rivela terreno fertile per i fermenti sociali e politici. Racconteròcome i ragazzi muovono i primi passi, i viaggi che compiono alla scoperta dell’Europa, l’avvicinamento al movimento anarchico.
Allargherò poi l’orizzonte di analisi, mettendo per un momento in disparte la vicenda dei cinque giovani, e traccerò i tratti essenziali dell’anarchismo degli anni Sessanta, lo stato di disorientamento del movimento libertario con la felice rinascita di alcuni segmenti (tra i quali proprio il gruppo anarchico di Reggio e i suoi esponenti maggiori Casile e Aricò),e cercherò di individuare i legami culturali dei gruppi anarchici italiani con i movimenti di controcultura europei.
Un aspetto essenziale di questo nuovo modo di “fare anarchia” è la controinformazione: nata sulle barricate del Maggio francese, l’informazione alternativa diventa nel giro di pochi anni uno strumento essenziale e centrale di gruppi e movimenti.Mi soffermerò quindi sui vari mezzi utilizzati e sull’apporto dei giovani anarchici al nuovo modo di fare informazione e, attraverso questo, politica.
La seconda parte analizzerà, attraverso un andamento cronologico, i due anni 1969 e 1970 attraverso lo studio di quattro avvenimenti centrali, che videro la partecipazione e il coinvolgimento dei cinque ragazzi: in primo luogo gli scontri sociali dell’autunno caldo, con il primo apparire delle bombe e la nascita della strategia della tensione; poi la strage di piazza Fontana, che vide implicati tre dei cinque ragazzi come testimoni (Casile e Aricò) e indagati (Borth); infine cercherò di dare spazio maggiore alla rivolta di Reggio Calabria, episodio a suo modo anomalo e, contestualmente,analizzerò la vicenda giudiziaria del deragliamento della Freccia del Sud.
Infine, descriverò le circostanze dell’incidente stradale nel quale i ragazzi persero la vita, soffermando l’attenzione su quelle zone d’ombra mai completamente chiarite che hanno alimentato negli anni le voci e i sospetti di una larga parte del movimento anarchico, della sinistra extraparlamentare, di qualche giornalista volenteroso e, ovviamente, delle famiglie che non hanno mai avuto una completa risposta sulle cause della morte dei loro ragazzi.
Il lavoro è stato svolto in buona misura attraverso la consultazione delle fonti originali del periodo: i giornali, le produzioni dei ragazzi stessi, dove è stato possibile il recupero, e l’analisi della pubblicistica anarchica, soprattutto quella realizzata dalla FAGI , la Federazione Anarchica Giovanile Italiana che riuniva i gruppi giovanili del movimento libertario.
In molti casi, ho preferito invece che raccontare far parlare direttamente queste fonti.Oltre a quelle appena citate, ho poi utilizzato un’enorme quantità di materiale dell’epoca: volantini, bollettini, documenti progettati per il dibattito interno al movimento o solo per essere diffusi nel corso di una manifestazione e che, a distanza di quasi quarant’anni, assumono un eccezionale valore storico.
Un’ultima fonte impiegata e ampiamente citata è stata quella giudiziaria: in presenza di ricostruzioni precise effettuate dalla magistratura nei vari episodi trattati, ho voluto lasciare spazio a questi documenti.
RICORDARE QUESTA TRISTE VICENDA SERVE PER RECUPARE MEMORIA STORICA E DENUNCIARE GLI ABUSI DELLO STATO.
RIVENDICARE IL DIRITTO ALLA CONTROINFORMAZIONE OGGI PIU' DI IERI HA UN SENSO.
...CHE IL LORO SACRIFICIO NON SIA STATO VANO!GLORIA AI 5 ANARCHICI DEL SUD!
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