giovedì 15 novembre 2012

14 NOVEMBRE: RIVOLTA OVUNQUE!LIBER* TUTT*

il 14 Novembre è stata una giornata di lotta in tutta Europa, in ogni città dell'Impero che i potenti hanno costruito, gli individui hanno detto basta. Basta con queste politiche neo-liberiste e autoritarie. Basta con la crisi e l'austerity. Basta con queste manovre finanziarie che stanno aumentando la povertà nel mondo. Basta con i tagli all'istruzione pubblica. E soprattutto basta con i sindacati ed i partiti che svendono le nostre vite.
A Roma, come in altre centinaia di città, gli studenti, i precari e gli sfruttati di questa società hanno sfidato lo Stato scontrandosi con chi ha deciso di difendere le varie caste del potere. La violenza brutale delle forze dell'ordine ha trovato di fronte tanti ragazzini arrabbiati. Insieme a loro ovviamente si è unita tutta quella gente che è ormai stufa di subire, di piegarsi alle ingiustizie, di vivere una vita di stenti e sacrifici. La rabbia è un sentimento profondo e la ribellione è assolutamente legittima, giusta, dovuta. Un fiume in piena di donne ed uomini di ogni età ha debordato oltre i limiti del concesso. La resistenza alla violenza dello Stato ha funzionato entro certi limiti. Nonostante la rabbia di molti però è stato il nemico a giocarsi bene le sue carte a livello strategico. Gli omìni in divisa hanno deciso dove, come e quando scontrarsi. Dopo ore ed ore di cammino, in una zona con poche vie di fuga, spunta infatti il blocco delle forze dell'ordine. Si tratta di agenti anti-sommossa pronti al contatto e dunque non assolutamente stanchi e sfiaccati come chi ha percorso per lungo e largo mezza città.Come una morsa soffocante, i reparti della celere hanno prima diviso in più parti il corteo e dopo accerchiato i manifestanti. Gli arresti,i numerosi fermi ed i pestaggi sono la prova lampante che la loro strategia ha funzionato. Questo può succedere e nessuno ha delle colpe ma deve insegnarci che a volte potrebbero funzionare meglio azioni fulminee e soprattutto inaspettate perchè l'effetto sorpresa possa giocare a nostro vantaggio. Dunque bisognerebbe anche sapersi rapportare meglio con la geografia della propria città perchè è certamente più agile chi la vive tutti i giorni e non chi si trova lì solo per obbedire a dei fottuti ordini. Vivere la propria città, riprendersi le strade vuole anche dire questo e soprattutto, con umiltà, ricordiamoci che non si smette mai di imparare. Solo lottando s'impara a vivere.

Ora però, prima di tutto il pensiero deve essere diretto agli arrestati ed a chi ha subito l'attacco frontale della repressione. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: le nostre vere armi sono la solidarietà e la complicità con tutti coloro che praticano le più svariate forme di resistenza contro il sistema ed il capitale.
Dobbiamo stringerci attorno ai compagni ed alle compagne privati della libertà solo perchè hanno deciso di ribelllarsi ad un mondo ingiusto che ormai ci sta troppo stretto.
CON IL SANGUE AGLI OCCHI, CON LA RABBIA IN CORPO: LIBER@ TUTT@


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